Chiesa di San Giovanni Evangelista

 

La chiesa di San Giovanni Evangelista, comunemente nota come San Giovannino, è situata nella piazzetta di San Giovanni, nel centro di Reggio Emilia.

Note storiche

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Le prime notizie della chiesa sono attestate nel XII secolo. La struttura attuale risale invece al Cinquecento, costruita su progetto dell’architetto Antonio Casotti, con la severa facciata in cotto rimasta incompiuta. Della originaria struttura medioevale rimane soltanto il perimetro.

All’interno, è possibile ammirare prestigiose opere dei primi decenni del Seicento realizzati dagli artisti impegnati nella decorazione della Basilica della Ghiara.

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La cupola affrescata dall’artista Sisto Badalocchio (1585-1647) si ispira al modello realizzato dal Correggio nella Chiesa di San Giovanni Evangelista a Parma. La volta della Navata presenta invece il primo sfondato prospettico reggiano. 

Lorenzo Franchi, XVII sec., particolare degli affreschi della volta.

 

Affresco di Sisto Badalocchio, al centro della cupola.

A fianco del Presbiterio, è possibile ammirare due grandi tele dipinte, nel 1624, da Alessandro Tiarini, importante artista bolognese. Le opere, recentemente restaurate, rappresentano il Transito di San Giovanni e il Martirio di San Giovanni.

Presbiterio con le due grandi tele di Alessandro Tiarini (1624).

 

Alessandro Tiarini, 1624, Martirio di San Giovanni Evangelista.
Alessandro Tiarini, 1624, Transito di San Giovanni Evangelista.

Nel Catino absidale, si trova invece l’affresco del 1613 rappresentante la Resurrezione di Cristo, opera di Paolo Guidotti.

 

Particolare della Resurrezione di Cristo di Paolo Guidotti.

 

Spostandosi nella cappella di sinistra, ci si imbatte nel teatrale gruppo del Mortorio di Cristo.  Le sette sculture che lo compongono  sono, con tutta probabilità, di diversa provenienza: si pensa che l’insieme sia costituito da opere commissionate dall’antica confraternita reggiana ad almeno due artisti differenti vicini all’opera di Guido Mazzoni (1450-1518),  artista modenese specializzato nella realizzazione di gruppi sacri in terracotta. La statua del Cristo morto è stata invece acquistata, in periodo moderno, dal mercato antiquario e viene riconosciuta come opera di Michele di Nicolò di Dino, detto “Michele da Firenze” (1403-57 ca.), artista formatosi nella bottega del Ghiberti.

Gruppo del Mortorio.

Riduci

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