Palazzo Ancini si trova nel cuore di Reggio Emilia, in via Farini 1.
Note storiche
Palazzo Ancini sorge nel cuore di Reggio Emilia, in via Farini, e rappresenta una delle più eleganti dimore nobiliari del centro storico. Le sue origini risalgono al Cinquecento, quando l’edificio apparteneva alla famiglia Ruggieri. Nei secoli successivi passò di mano più volte: ai Pegoletti nel 1659, ai Conti Sormani nel 1766 e, infine, ai Conti Ancini nel 1821, dai quali prese il nome attuale. Alla morte del conte Giovanni Ancini, nel 1887, il palazzo fu donato alla Congregazione di Carità, segnando il passaggio dall’uso privato a una funzione pubblica che ancora oggi ne caratterizza la storia.
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Tra il 1924 e il 1930 l’edificio fu oggetto di un importante intervento di restauro e ridefinizione estetica ad opera del professore e architetto Luigi Bertolini. In un periodo in cui il gusto storico eclettico si intrecciava alle esigenze civiche della città moderna, Bertolini reinterpretò la facciata in chiave manierista e barocca, dando al palazzo l’aspetto solenne e decorativo che ancora oggi lo distingue. L’edificio divenne così un simbolo della continuità tra la memoria aristocratica reggiana e la nuova identità borghese e istituzionale del Novecento.

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L’architettura
La facciata principale, affacciata su via Farini, esprime la misura e l’eleganza di una composizione rinascimentale arricchita da interventi novecenteschi.
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La parte inferiore del palazzo conserva l’uso originario di spazi commerciali, mentre i piani superiori mantengono la partitura nobile con un ritmo equilibrato di aperture e cornici. Sul retro e sul lato di via Don Minzoni, la ristrutturazione novecentesca riprende motivi architettonici analoghi, fondendo in un insieme coerente le diverse fasi costruttive.
Superato il portale, si accede a due cortili interni, separati da un doppio colonnato ionico che richiama la purezza classica del tardo Rinascimento. Il primo cortile, detto d’Onore, è impreziosito da arcate cieche, decorazioni a trompe-l’œil e finestre tamponate che simulano aperture e rilievi, in un raffinato gioco illusionistico di pieni e vuoti.
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Interni
Lo scalone principale introduce al piano nobile, dove si dispiega la dimensione più rappresentativa del palazzo. La scala, di impianto settecentesco, conserva decorazioni pittoriche successive: nel 1920 l’artista reggiano Anselmo Govi vi dipinse un grande soffitto affrescato dedicato alla Carità, in omaggio alla nuova destinazione dell’edificio a sede della Congregazione benefica.

Leggi tutto Nelle sale superiori sopravvivono testimonianze della ricca decorazione settecentesca: nicchie sovrapporta con sculture allegoriche, stucchi e cornici ornamentali che dialogano con elementi di gusto più moderno. In alcune stanze a sud-est sono visibili travi lignee policrome e decorazioni a motivi geometrici, databili al XVI secolo, che rivelano la stratificazione secolare della dimora. Nel complesso, Palazzo Ancini unisce la compostezza del palazzo rinascimentale al gusto ornamentale barocco e neomanierista, restituendo un’immagine coerente e viva della storia architettonica reggiana. Oggi ospita uffici del Comune e funzioni pubbliche, ma continua a essere percepito come un luogo simbolico della città: un palinsesto di memorie, arte e civiltà che racconta, attraverso le sue pietre, la continuità della vita urbana tra passato e presente. Riduci