Chiesa di Santo Spiridione

La chiesa di Santo Spiridione è una piccola chiesetta sconosciuta alla maggior parte dei reggiani.

Note storiche

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Vero gioiello di arte barocca, nascosto in una via secondaria del centro storico, la chiesa di Santo Spiridione viene edificata nel 1736. L’edificio viene eretto su un preesistente oratorio e affrescato negli anni successivi. La facciata riporta l’anno 1759, data probabilmente riferita alla sua messa in opera.

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L’interno della chiesa presenta una sola Navata con pareti e volta  interamente ricoperte da affreschi che dilatano lo spazio attraverso l’uso sapiente di trompe-l’œil e anamorfosi.

Le finte architetture sono opera del reggiano Ludovico Benedetti, mentre le figure sono realizzate, probabilmente fra il 1738 e il 1742, dal modenese Francesco Vellani (1688-1768), che negli stessi anni lavora anche alla decorazione del salone di Palazzo Gabbi.

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Apparati decorativi

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Le Sei virtù sono opera dell’artista Vellani, realizzate in monocromo e inserite fra le finte colonne delle pareti laterali e la decorazione della volta. Questa raffigura l’Assunzione della Vergine a cui assistono, affacciati a una balaustra, gli apostoli.

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Vellani dipinge anche le tre grandi tele  conservate nella chiesa: sull’altare maggiore, incorniciato da un ricco tendone teatrale dipinto ad affresco, si trova l’Elemosina di Santo Spiridione, mentre sugli altari laterali sono posti Sant’Andrea Avellino e la Sacra Famiglia con San Giovanni Battista.

La chiesa, dismessa e impiegata nell’Ottocento come magazzino, all’inizio del Novecento viene riaperta al culto. In questa occasione la planimetria viene alterata, quella originale – che prevedeva tra l’altro un deambulatorio per il collegamento con il complesso adiacente – è testimoniata da un rilievo dell’architetto Pietro Marchelli (1806-1874).

La chiesa fa attualmente parte del complesso dell’Istituto San Vincenzo de’ Paoli.

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Photogallery 

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