La chiesa di Sant’Agostino è un luogo di culto cattolico, situato nella piazzeta Pignedoli, vicino al liceo classico Ludovico Ariosto, a Reggio Emilia.
Note storiche
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La chiesa, inizialmente dedicata a S. Apollinare e documentata almeno dal 1183, fu ricostruita nel 1268 in forme gotiche dai monaci agostiniani che la edificarono accanto al loro convento.
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Ai secoli successivi risalgono gli interventi di cui restano tracce significative di fine sec. XV nell’apparato murario esterno, nell’abside e nella torre campanaria. Quest’ultima è stata elevata nel 1452 da Antonio Casotti, demolita nel 1492 e immediatamente ricostruita.
L’aspetto attuale della chiesa è il risultato del rinnovamento barocco realizzato fra il 1650 ed il 1670, a opera del capomastro e architetto reggiano Girolamo Beltrami.
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La facciata fu rinnovata nel 1740-51, su progetto dell’architetto bolognese Alfonso Torreggiani, poi realizzato dal giovane capomastro reggiano Giovan Battista Cattani che l’ha arricchita di statue nelle nicchie superiori e di apparati decorativi in marmo veronese. La facciata è metafora del luogo di avvio di un percorso di conversione.
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Nel contempo, il convento era stato ampliato e dotato di chiostro, con interventi eseguiti tra il 1714 ed il 1725.
Allontanati nel 1782, a seguito del riordino del sistema conventuale da parte del duca Ercole III, gli Agostiniani rientrarono nel convento nel 1794, ma pochi anni dopo, con l’arrivo di Napoleone, la chiesa divenne parrocchiale e il convento soppresso, poi ceduto alla parrocchia.
L’interno subì pesanti danni sia a seguito del terremoto del 1832 sia per il nuovo uso come cavallerizza dopo l’unità d’Italia.
Ripristinata a partire dal 1890, la chiesa venne nuovamente consacrata e aperta ai fedeli nel 1891.
Una serie quasi ininterrotta di interventi ha interessato gli ultimi quattro decenni, conclusi con consolidamento della facciata e le sottofondazioni della chiesa, il rifacimento della copertura della chiesa, il recupero funzionale del chiostro, il restauro della facciata e dell’oratorio e il nuovo sagrato, tutte opere curate da ing. Leopoldo Barbieri Manodori e arch. Marcella Mastropietro.
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Architettura
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L’interno della chiesa presenta l’assetto definito nel XVI secolo, strettamente coerente con le disposizioni del Concilio tridentino con la tripartizione in navate, Presbiterio soprelevato e Coro dietro l’altare maggiore.
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All’intervento barocco appartengono il rifacimento del tetto a capriate, le volte della Navata, dei transetti e della cappella corale, le colonne binate, nonché i grandi finestroni laterali all’Ancona, al posto delle finestrelle tonde del XV secolo.
Nel 1452, in seguito ad un incendio che devastò la chiesa, furono costruite l’attuale abside, ad opera di Filippo Zoboli nel 1495, e la torre di Antonio Casotti, eretta tra il 1452 e il 1493. L’interno è opera dell’architetto Gaspare Vigarani.
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Chiostro
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Originariamente, nella chiesa di Sant’Agostino, erano presenti due chiostri, uno dei quali fu distrutto intorno agli anni ’60 del ‘900 per consentire l’edificazione del Liceo classico “Ludovico Ariosto”. Per tutti coloro che volessero visitarlo, questo chiostro è accessibile solamente dall’interno della chiesa.
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Vicende più recenti hanno visto la chiesa di Sant’Agostino protagonista:
– Tra il 1917 e il 1919 fu requisita come magazzino militare.
– Nella seconda metà degli anni sessanta venne costruito un nuovo altare.
– Nel 1981 è stato effettuato un rinnovo completo di tutta la chiesa, il terremoto del 1987 ha lasciato però importanti segni.
– Nell’ottobre del 1993 presero il via interventi di consolidamento con valenza antisismica.
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Apparati decorativi
Fra i principali apparati decorativi realizzati nel corso dei secoli, possiamo citare: le statue dei pennacchi della cupola (Paolo Emilio Besenzi, 1655), le decorazioni dei capitelli e del cornicione (1656), le statue della navata e del presbiterio in stucco e gesso (ad opera di un plastificatore svizzero 1672-74), le sedie corali con inginocchiatoi (Giovanni Benassi, 1781), l’altare maggiore (1796), la grande raggiera (1825), l’organo (Adeodato Bossi, 1884), la cappella della B.V. di Lourdes (1912), il nuovo altare post-conciliare (Enea Manfredini, 1968), il pavimento in seminato alla veneziana (1994).
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S. Apollinare del Guercino
Il quadro realizzato dal pittore Giovanni Francesco Barbieri nel 1660, detto Il Guercino, è un dipinto ad olio su tela che raffigura S. Apollinare in abiti vescovili, con il copricapo e il bastone pastorale. L’intento è quello di esaltare la figura del santo, collegandone la condotta umana con il premio della salvezza eterna. La posizione in ginocchio rappresenta il suo “sì” incondizionato alla volontà di Dio.
Martirio di Sant’Andrea apostolo di Jean Boulanger
Il martirio di Sant’Andrea apostolo è attribuito al pittore Jean Boulanger. Il santo fu arrestato a Petrasso e, dopo essere stato flagellato, fu appeso alla croce. Secondo la leggenda, l’apostolo non si oppose al suo destino di morte consapevole del fatto che si sarebbe ricongiunto con il Signore. Restò sulla croce per tre giorni continuando a predicare la fede di Gesù.
Tommaso da Villanova e S. Pietro in vincoli di Orazio Talami
Il quadro di Orazio Talami raffigura S. Tommaso da Villanova, il quale fu un eremita che visse sotto la regola di Sant’Agostino, insieme a S. Pietro, uno dei dodici apostoli di Gesù.
Madonna della Ghiara di Palma il Giovane
L’opera è del pittore Jacopo Negretti, detto Palma il Giovane, e rappresenta la Madonna della Ghiara. Il culto della Madonna ha origini antichissime nel reggiano, la Vergine veniva invocata a protezione della città in occasione di eventi drammatici, come la peste del 1630 o il terremoto del 1832.
Madonna di Loreto di Carlo Bonomi
La Madonna di Loreto è un dipinto del pittore Carlo Bononi e rappresenta Maria, con in braccio il Bambino, mentre viene trasportata dagli angeli a Loreto per sfuggire dal dominio turco, che in quegli anni esercitava il potere su Nazareth e tutta la Palestina. Loreto diventò da allora una delle principali mete di pellegrinaggio nel mondo.
Purificazione di Maria
La purificazione di Maria è opera di Pietro Rotari. La festa liturgica della purificazione venne istituita per ricordare l’arrivo di Maria, con il figlio, al tempio di Gerusalemme. Nell’opera è rappresentata Maria giunta al tempio per adempiere alle leggi di purificazione vigenti in città, secondo le quali: “Quando una donna rimasta incinta darà alla luce un figlio maschio, sarà immonda per sette giorni”.
Le sculture
Le tre sculture presenti nella chiesa rappresentano:
– Il cardinale Badoer (situato a destra della navata)
– San Giovanni (situato a sinistra della navata)
– San Fulgenzio (situato a sinistra della navata)
Le tre opere, datate tra il 1672 e il 1674, sono di autore ignoto, che il Fontanesi identificò unicamente come svizzero, senza nessun nome o ulteriori informazioni. Queste le parole del pittore Francesco Fontanesi (1731-1795):
“Ne’ SS. Appolinare ed Agostino Chiesa dei P.P. Eremitani di S. Agostino, ed indi nel 1782 de’ PP. Carmelitani della Congregazione di Mantova [Omissis]. Le dieci statue sparse nei Nicchj furono fatte negli anni 1672 – 73 – 74 da uno svizzero. Sei piccoli quadretti sopra le dette statue rappresentanti alcuni Santi dell’ordine di S. Agostino, di Gian Battista Feramonti piacentino”.
Statua di San Giovanni da Sahagùn
San Giovanni fu beatificato nel 1601 da Papa Clemente VIII per la promozione della convivenza sociale e dei diritti dei servi e degli operai. Viene spesso raffigurato nell’atto di reggere con una mano il calice come simbolo di devozione per l’Eucarestia.
Statua di San Fulgenzio da Ruspe
San Fulgenzio venne eletto Vescovo di Ruspe (Tunisia) nel 502 e viene pertanto raffigurato con il bastone pastorale, tipico dei vescovi. L’ordine agostiniano lo celebra come difensore della chiesa Cattolica dal 1581.
Statua di San Guglielmo da Malavalle
Alle tre statue presenti nella chiesa, se ne aggiunge una quarta che rappresenta San Guglielmo da Malavalle. Egli fu eremita e i suoi insegnamenti furono raccolti da un discepolo che istituì l’ordine di San Guglielmo.
Nell’iconografia ricorrente, è rappresentato vicino a un drago, con in mano il bastone da pellegrino. Leggenda narra che egli combatté contro un drago, portando la maglia di ferro da cavaliere sotto il saio.
Cappella di Lourdes
La cappella di Lourdes si trova a destra dell’altare, provenendo dalla navata centrale. Essa venne costruita da un parrocchiano nel 1912, il quale ritenne che fosse necessario demolire il magazzino, a cui precedentemente era stato adibito questo spazio, al fine di costituire un luogo dedicato al culto della Madonna. Come nella cappella a Lourdes, è presente una facciata in pietra che si staglia oltre l’altare, mentre in alto a destra è posta una statua della Madonna.
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