Il progetto

Reggio Emilia è una città vivace, attiva, innovativa ma non è interessante dal punto di vista turistico: verità o luogo comune con un sospetto di anti-campanilismo ? Non c’è dubbio che Reggio manchi di quel passato da capitale che invece possono vantare le città vicine. Parma e Modena, piccole capitali di piccoli ducati hanno palazzi del potere paragonabili a quelli di stati molto più grandi e potenti. Le loro pinacoteche sono piene di capolavori raccolti anche con atti di forza da chiese e conventi per arricchire le enormi collezioni ducali.

Nella Galleria Estense di Modena sono finiti capolavori di chiese di Reggio per rimpinguare la collezione ducale dopo l’emorragia della famigerata vendita di Dresda. Parma è riuscita a costruirsi una reputazione internazionale mixando il culatello col mito di Verdi, con gli affreschi della camera della badessa di S. Paolo, con la cupola del Correggio, col prosciutto, col parmigiano e col Parmigianino. Modena con Ferrari, Maserati, Pavarotti, col Duomo, Viligelmo e la Ghirlandina. La reputazione di Reggio, mancando  l’eredità di committenze  ducali e rapinata di quelle signorili e mercantili, se la sta costruendo da anni sulla  contemporaneità con la straordinaria collezione Maramotti, con i ponti e la stazione dell’ Alta velocità, con Fotografia europea,  con Aterballetto, Reggio Children, con la grande riconversione delle Reggiane. In realtà che cosa offre al visitatore il centro storico e soprattutto come si offre la nostra città al turista ? Un ufficio informazioni turistiche imbarazzante, chiese spesso o sempre chiuse, scarse notizie sulle opere d’arte. Niente a che vedere coi due ricchissimi info-point di Parma, uno dello IAT e uno del Comune.

Ma è proprio vero che Reggio è così povera di chiese, opere d’arte, palazzi e luoghi straordinari nel centro della città’ oppure ne manca la consapevolezza e ne è scarsa la comunicazione? La risposta la si può trovare facilmente: basta cercare informazioni sul web. Navigando ostinatamente tra i siti del Comune, della Curia vescovile, delle parrocchie, delle associazioni culturali alla ricerca di immagini sulle opere d’arte contenute nelle chiese del centro si fa molta fatica a sapere che nella basilica della Ghiara ci sono un Carracci, un Guercino e un Reni oltre agli straordinari affreschi delle volte, che in S.Prospero ci sono gli affreschi del Procaccini e di Campi, in Duomo la Pala dello Zuccari e così via. Ci sono chiese ricche di opere d’arte come S.Francesco chiusa da anni, S. Domenico aperta raramente, S.Giorgio chiusa, S.Giovannino difficile da visitare perché aperta solo per le messe, S.Spiridione aperta solo per eventi particolari, il chiostro di S.Nicolò gelosamente custodito solo per i parrocchiani e così via. Ora, se diamo per scontato che la mancanza di visitatori giustifica la mancanza di apertura, si produce un fenomeno tautologico che consolida la fama negativa.

In realtà qualcosa si può fare per accendere quell’ interesse che può generare un effetto domino positivo proprio sfruttando gli strumenti della contemporaneità.

L’IDEA

L’idea è molto semplice: se una chiesa oggi è chiusa la si può visitare virtualmente. Non si tratta solo di caricare info sulla piattaforma del Comune o dello IAT o della Curia anche se un grande salto di qualità per implementare i siti istituzionali di immagini e informazioni sui beni va fatto. Lo strumento deve essere disponibile proprio mentre si gira per la città. L’idea è quella di sfruttare la tecnologia molto semplice del QR Code. Il QR è un codice a matrice inserito all’interno di un riquadro impiegato per memorizzare informazioni destinate ad essere lette mediante inquadratura in uno smartphone o tablet. Per usarlo occorre innanzitutto scaricare una app gratuita. Inquadrandolo nello schermo dello smart automaticamente apre la connessione col sito collegato col code. L’idea è quella di collocare davanti ad ogni chiesa, palazzo, monumento della città una targhetta QRCode dedicata per consentire a chiunque vi si avvicini di visualizzare tutte le informazioni e immagini che siano state caricate nel sito di connessione. Quindi il turista o il cittadino, dopo aver inquadrato la targhetta vedrà nello schermo del suo device mobile la scheda del bene con una brevissima descrizione e una pianta dell’edificio in cui sono disposte icone per indicare la posizione delle opere d’arte, per esempio le cappelle all’interno di una chiesa in cui stanno i dipinti o gli affreschi più importanti. Cliccando sull’icona che interessa si aprirà l’immagine del dipinto o immagini degli affreschi col nome dell’autore e tutte le informazioni che saranno state preventivamente inserite. Ci sarà anche una mappa generale del centro città con tutti i beni schedati né più né meno di quelle che vediamo su Booking.com per gli hotel della città.